Nella sua esistenza terrena, Cristo si è avvicinato con particolare amore alle persone sofferenti.
Egli guariva gli ammalati, consolava gli afflitti, nutriva gli affamati, liberava dalla sordità, dalla cecità, dalla lebbra, dal demonio e ridava la vita ai morti... Spinto dall'amore, Cristo soffrì volontariamente e soffrì da innocente, provando così la verità dell'amore mediante la verità della sofferenza, una sofferenza che lui, Uomo-Dio, provò con un'intensità incommesurabile. Ma proprio attraverso questo sacrificio, egli legò una volta per sempre la sofferenza all'amore, e così la redense. Associata a Gesù in questo mistero di sofferenza e di amore è, in primo luogo, la sua Madre Maria. Il suo dolore si unisce a quello del Figlio. Sul Calvario ella diventa modello perfetto di partecipazione alla Croce di Cristo. Ogni uomo è chiamato a soffrire; ogni uomo, imitando Maria, può diventare cooperatore della sofferenza di Cristo e quindi della sua redenzione.
Giovanni Paolo II (Angelus, 8 febbraio 1998)
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