" Ringrazio Iddio per la presenza e l'aiuto del cardinale Ratzinger. E' un amico provato"
Giovanni Paolo II
Hanno tanti punti in comune. Sono quasi coetanei, sono nati ambedue in Europa Centrale, su fronti opposti sono scampati alla seconda guerra mondiale, hanno partecipato insieme al Concilio Vaticano II. Hanno, poi, collaborato a Roma per quasi un quarto di secolo. Gli eventi esteriori, tuttavia, non ci dicono l'essenziale: al di là della lunga collaborazione, tra il Papa polacco e il Prefetto della Dottrina della Fede si erano sviluppate stima, cordialità e amicizia come raramente capita di incontrare nella storia. Il rapporto tra i due continua ancora; "Mi sembra di sentire la sua mano forte che stringe la mia; mi sembra di vedere i suoi occhi sorridenti e di ascoltare le sue parole, rivolte in questo momento particolarmente a me: Non avere paura!". Così iniziava il suo Pontificato Benedetto XVI, ponendosi sulla scia del suo predecessore e questo diceva di lui il 2 aprile 2008: "In verità, possiamo leggere tutta la vita del mio amato Predecessore, in particolare il suo ministero petrino, nel segno del Cristo Risorto. Egli nutriva una fede straordinaria in Lui, e con Lui intratteneva una conversazione intima, singolare e ininterrotta. Tra le tante qualità umane e soprannaturali, aveva infatti anche quella di un'eccezionale sensibilità spirituale e mistica. Bastava osservarlo quando pregava: si immergeva letteralmente in Dio e sembrava che tutto il resto in quei momenti gli fosse estraneo. Le celebrazioni liturgiche lo vedevano attento al mistero-in-atto, con una spiccata capacità di cogliere l'eloquenza della Parola di Dio nel divenire della storia, al livello profondo del disegno di Dio. La Santa Messa, come spesso ha ripetuto, era per lui il centro di ogni giornata e dell'intera esistenza. La realtà "viva e santa" dell'Eucaristia gli dava l'energia spirituale per guidare il Popolo di Dio nel cammino della storia".