mercoledì 30 settembre 2009

La famiglia


La famiglia è stata sempre al centro dell'attenzione della Chiesa. Il perchè di questo lo troviamo nell'amore e nel servizio che la Chiesa deve all'uomo. Il mistero dell'incarnazione è l'annuncio gioioso di un Dio che viene incontro all'uomo e si fa uomo. Incontrando l'uomo necessariamente si incontra la famiglia.

La famiglia è il luogo naturale della sua venuta al mondo, è l'ambiente dove normalmente riceve il necessario per svilupparsi,è il nucleo affettivo che gli da sicurezza, è la prima scuola di relazioni sociali. E' ora di riscoprire il valore della preghiera familiare perchè la famiglia ponendosi alla luce del Signore, si scopra come soggetto comunitario, unito da un disegno di eterno amore, che nulla al mondo lo potrà mai distruggere.

Guardiamo a Maria, sposa e madre della famiglia di Nazaret.

E' viva icona di preghiera, in una famiglia di preghiera. Proprio per questo è anche immagine di serenità e di pace, di dedizione e di fedeltà, di tenerezza e di speranza.

martedì 29 settembre 2009

Gesù


Lui che non ha effuso che amore è vittima dell'odio.
Lui che porta la pace al mondo è oggetto della piú spietata crudeltà. Lui che viene a rendere la libertà agli uomini, muore crocifisso.
Ma l'Amore disconosciuto ha una sola parola di risposta:
« Credete al mio Amore e alla mia Misericordia:
- mi avete offeso: vi perdono;
- mi avete perseguitato: vi amo;
- mi avete ferito: vi apro i tesori del mio cuore ».

Il Santissimo Sacramento


“Ho una sete ardente di essere onorato dagli uomini nel santissimo Sacramento:
ma non trovo quasi nessuno che si adoperi ad estinguere la mia sete e corrisponda al mio amore”.( Gesù a S. Margherita )

Il sacerdozio comune dei fedeli


Tutti i cristiani sono sacerdoti in senso vero e proprio e questo sacerdozio comune è fondato sul sacramento del battesimo.

La dignità del sacerdozio comune comporta responsabilità, a cui i cristiani devono far fronte nella complessità delle situazioni nelle quali vivono insieme agli altri uomini e le altre donne. Essi tuttavia non sono abbandonati a se stessi.Il Signore ha istituito il sacramento dell'ordine, che assicura la continuità delle funzioni che egli ha attribuito agli apostoli quali pastori della Chiesa da lui fondata. In ciò consiste il sacerdozio ministeriale, in forza del quale alcuni membri del Popolo di Dio, scelti e chiamati da Dio stesso, vengono insigniti individualmente di una sacra potestà, compiono "il sacrificio eucaristico in persona di Cristo e lo offrono a Dio a nome di tutto il popolo" (Lumen Gentium, 10).

Il magistero conciliare è molto preciso: "Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poichè l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano all'unico sacerdozio di Cristo" (Lumen Gentium, 10).

lunedì 28 settembre 2009

Amami come sei (Gesù parla a un' anima)




“Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo: - so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: “Dammi il tuo cuore, amami come sei...”. Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei. In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nella infedeltà, amami... come sei.., Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai. Non potrei forse fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore ? non sono io l'Onnipotente ?. E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io padrone del mio amore? Figlio mio, lascia che Ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: “Gesù ti amo”. Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore. Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che ali­menterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai ... perché ti ho creato soltanto per l'amore. Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allegare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, morresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia. Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l’azione più insignificante solo per amore. Conto su di te per darmi gioia… Non ti preoccupare di non possedere virtù: ti darò le mie. Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l’amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare… Ma ricordati… amami come sei… Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro. Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all’amore, non mi ameresti mai… Va…”

Se




Se brami guarire dalle tue ferite, Gesù è il medico.
Se il bruciore della febbre ti asseta, Egli è la fonte.
Se le colpe ti rimordono, Egli è il perdono.
Se hai bisogno di aiuto possente, Egli è la forza.
Se la morte ti fa paura, Egli è la vita.
Se aneli alla patria celeste, Egli è la via.
Se le tenebre ti sgomentano, Egli è la luce.
Se hai fame di certezza, Egli è la verità.
Se ti occorre il cibo che sazia, Egli è il pane che nutre in eterno".
(S. Ambrogio)

Preghiera al Sacro Cuore di Gesù per i sacerdoti


O Gesù, Pontefice eterno, divino Sacrificatore, tu che in uno slancio in­comparabile d'amore per gli uomini tuoi fratelli, hai fatto sgorgare dal tuo Sacro Cuore il sacerdozio cristiano, degnati di continuare a versare nei tuoi sacerdoti le onde vivificanti dell'Amore Infinito.
Vivi in essi, trasformali in te, rendili per mezzo delle tue grazie gli strumenti delle tue misericordie; opera in essi e per essi, e fa' che, dopo di essersi rivestiti di te, per mezzo della fedele imitazione delle tue ado­rabili virtù, essi facciano in tuo nome e per la forza del tuo Spirito, le opere che hai compiuto tu stesso per la salvezza del mondo.
O divin Redentore delle anime, vedi quanto grande è la moltitudine di quelli che dormono ancora nelle tenebre dell'errore; conta il numero di quelle pecorelle infedeli che camminano sull'orlo del precipizio; considera la folla dei poveri, degli affamati, degli ignoranti e dei deboli che gemono nell'abbandono.
Ritorna a noi per mezzo dei tuoi sacerdoti; vivi, o buon Gesù, in essi, opera per essi, e passa di nuovo in mezzo al mondo insegnando, perdo­nando, consolando, sacrificando, riannodando i sacri vincoli dell'amore fra il cuore di Dio e il cuore dell'uomo. Amen.

domenica 27 settembre 2009

La domenica: Giorno di condivisione


La domenica deve diventare per il credente, come per le famiglie cristiane, il giorno in cui si sperimenta una più forte comunione con il prossimo, andando incontro a chi, per svariati motivi, si trova in situazioni di disagio. In tal modo la domenica diventa giorno di condivisione. Invitare a pranzo una persona sola, offrire il necessario ad una famiglia bisognosa, visitare un malato, dedicare un pò di tempo a chi sta attraversando un momento difficile: ecco alcuni fra i tanti possibili gesti concreti per fare della domenica un giorno di solidale fraternità.

(Angelus, 16 agosto1988)

sabato 26 settembre 2009

Il giorno del Signore: La domenica


Il cristiano la domenica è invitato a riscoprire l'amore di Dio per le sue creature e a sentirsi protetto dallo sguardo gioioso del Signore. L' uomo, oggi, troppo coinvolto dalla tecnica, dal processo produttivo, non riesce più a vedere il volto di Dio nelle bellezze del creato. I cristiani ogni domenica si riposano, ma soprattutto celebrano l'opera di Dio Creatore e Redentore. Da questa celebrazione sgorga gioia e speranza, che danno nuovo sapore alla vita di ogni giorno.

Fin dagli inizi del cristianesimo la domenica è stata considerata il giorno di Cristo in quanto legata alla memoria della sua risurrezione. Il Signore, infatti, è risorto il"primo giorno dopo il sabato" quando le donne , andate di buon mattino, hanno trovato il sepolcro vuoto. Il Vangelo narra che Gesù fu riconosciuto da Maria Maddalena; si accompagnò ai due discepoli nella strada di Emmaus; si manifestò agli undici riuniti insieme e riapparve loro la domenica seguente, vincendo i dubbi dell'incredulo Tommaso. Cinquanta giorni dopo, avvenne la Pentecoste, con la potente effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente. In un certo senso, la domenica è la continuazione di queste prime domeniche della storia cristiana: il giorno di Cristo risorto e del dono del suo Spirito.

Diversamente dai calendari civili, la liturgia considera la domenica non l'ultimo giorno della settimana, bensi' il primo. In questo modo se ne sottolinea la dignità e si pone in evidenza che, con la risurrezione di Cristo, il tempo " riparte", e si avvia verso la venuta gloriosa del Figlio di Dio.Il cuore del giorno del Signore è l'assemblea eucaristica. Quindi ,per vivere bene la domenica, il primo dovere è partecipare alla Santa Messa. In ogni Eucaristia si rinnova il sacrificio di nostro Signore e la Chiesa unendosi col proprio sacrificio, annuncia la sua morte e proclama la sua risurrezione in attesa della sua venuta. La domenica è il giorno in cui si riunisce tutta la comunità. In questo giorno l'assemblea cristiana ascolta la Parola di Dio proclamata con abbondanza e solennità. Partecipando all'unica mensa si approfondisce la comunione tra quanti sono adunati nello Spirito di Cristo. La Chiesa, la domenica, si manifesta come sacramento di unità, "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (Lumen gentium, 1).

giovedì 24 settembre 2009

I laici nella Chiesa


La "Vocazione e missione dei laici nella Chiesa " ha profonde radici nel Concilio Vaticano II che ha presentato i fedeli laici come membri attivi e responsabili della Chiesa, investiti della sua missione di salvezza. Si è data una nuova impostazione, eminentemente positiva, alla funzione dei laici nel tessuto del "popolo di Dio" e del "corpo mistico di Cristo"; ha aperto larghe prospettive ai loro peculiari carismi e alla loro creatività. Uno dei fenomeni positivi più avvertito è lo sviluppo dell'associazionismo sia fra adulti che fra i giovani. La consapevolezza che anche i fedeli laici sono costituzionalmente Chiesa, si è radicata più a fondo nella gerarchia, alla quale il Concilio ha assegnato come obbligo impellente il promuovere sinceramente il concreto riconoscimento della dignità dei laici.

mercoledì 23 settembre 2009

Dagli scritti di Padre Pio


Maria

infiori e profumi

la tua anima

di sempre nuove virtù

e ponga

la Sua mano materna

sul tuo capo.

San Pio da Pietrelcina


Oggi ricorre la nascita al cielo di Padre Pio. Col suo insegnamento ed il suo esempio, ci invita alla preghiera, al ricorso alla misericordia divina mediante il sacramento della Penitenza e all'amore del prossimo. Egli ci invita, in particolare, ad amare e venerare la Vergine Maria.

La sua devozione alla Madonna traspare in ogni manifestazione della sua vita: nelle parole e negli scritti, negli insegnamenti e nei consigli che dispensava ai numerosi suoi figli spirituali. Autentico figlio di Francesco d'Assisi, dal quale aveva appreso a rivolgersi a Maria con splendide espressioni di lode e di amore (cfr Saluto alla Vergine, in: Fonti Francescane, 59), San Pio da Pietrelcina non si stancava di inculcare nei fedeli una devozione alla Madonna tenera, profonda e radicata nella genuina tradizione della Chiesa. Nel segreto del confessionale, come nella predicazione, tornava sempre ad esortare: amate la Madonna!


(cfr. Angelus, 2 maggio 1999)

martedì 22 settembre 2009

Giovanni Paolo II e gli anziani


Nell'Angelus del 3 gennaio 1982 il Papa esprime tutto il suo rispetto verso gli anziani e invita tutti ad averlo insieme a lui. La Chiesa, diceva, desidera far sentire la sua voce a sostegno delle persone anziane, tanto benemerite, ma, talvolta, anche tanto disattese. E poi continua, l'anzianità è un coronamento delle tappe della vita. Essa porta il raccolto di ciò che si è appreso e vissuto, il raccolto di quanto si è operato e raggiunto, il raccolto di quanto si è sofferto e sopportato. Come al finale di una grande sinfonia ritornano i temi dominanti della vita per una potente sintesi sonora. E questa risonanza conclusiva conferisce saggezza....bontà, pazienza, comprensione: amore.

E poi ancora, gli anziani perciò sono quanto mai preziosi, e direi indispensabili, alla famiglia ed alla società. Di quale aiuto non sono essi ai giovani genitori e ai piccoli con la loro scienza ed esperienza! Il loro consiglio e la loro azione tornano anche a vantaggio di tanti gruppi, dove anch'essi sono inseriti, e di tante iniziative nell'ambito della vita ecclesiale e civile.

Siamone tutti riconoscenti!

lunedì 21 settembre 2009

"Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!".


Giovanni Paolo II ha voluto che fosse solo una la chiave autentica per interpretare il suo "ministero di supremo pastore della Chiesa universale". Ed è racchiusa nell'invito che rivolse al mondo intero la mattina del 22 ottobre 1978, quando celebrò la prima Messa da Papa: "Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!". Non è rimasto solo un invito rivolto agli altri: il coraggio è stata una marcata connotazione di questo pontefice, fino al coraggio di non lasciarsi fermare dalla sofferenza e dalle difficoltà fisiche. "La sofferenza appartiene al mistero dell'uomo" ed è via di redenzione, scriveva il papa vigoroso tanti anni fa, in una lettera inaspettatamente dedicata al tema della sofferenza. Molti anni più tardi ha dimostrato di saper vivere ciò che predicava e di saper essere testimone eloquente persino quando è rimasto immobile e muto. Il Papa ha sofferto e amato in comunione con Cristo e perciò il messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato cosi' eloquente e fecondo.

domenica 20 settembre 2009

Totus tuus




Sostegno e conforto ineludibile del ministero del Santo Padre Giovanni Paolo II è stata la Madonna. Non per nulla nello stemma del suo pontificato c'è scritto: "Totus tuus".


Tutto di Maria, di sua madre, cioè. "Tutto tuo", come si fa in una dichiarazione d'amore. Questa di Karol Wojtyla non è stata una devozione esagerata, ma semplicemente la forma del suo essere cristiano, anzi uomo: nella permanente coscienza di essere spiritualmente avvolto dal manto della Vergine. Nel suo testamento spirituale il Papa ha chiamata la Vergine Maria "la madre del mio Maestro".


Ciò ha consentito al cardinale Joseph Ratzinger di dire nell'Omelia del funerale: "Il Santo Padre ha trovato il riflesso più puro della misericordia di Dio nella Madre di Dio. Lui, che aveva perso in tenera età la mamma, tanto più ha amato la Madre divina. Ha sentito le parole del Signore crocifisso come dette proprio a lui personalmente: "Ecco tua madre!". Ed ha fatto come il discepolo prediletto: l'ha accolta nell'intimo del suo essere...E dalla madre ha imparato a conformarsi a Cristo".

Maria: La serva del Signore



"Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti"(Mc 9,35).


Tali parole sono state pronunziate dal Signore Gesù agli Apostoli. Rivolgiamo una particolare attenzione alle parole di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto"(Lc1,38).


La serva del Signore. Cosi' ha chiamato se stessa la Vergine di Nazaret nel momento dell'Annunciazione. Ecco, per opera dello Spirito Santo è diventata la Madre di Dio-Figlio. Questa fu la suprema elevazione che l'uomo poteva ottenere. E, proprio dinanzi a una tale elevazione, Maria chiama se stessa la Serva; Serva del Signore! Quanto profondamente s' incide il suo servizio nel mistero stesso dell'elevazione mediante la Maternità Divina!


Quanto è fedele, sin dall'inizio, la Madre al Figlio che un giorno dirà agli Apostoli: "se uno vuol essere il primo, sia....il servo di tutti"!

(Angelus, 19 settembre 1982)

venerdì 18 settembre 2009

L'Anno Sacerdotale


In questo anno sacerdotale intensifichiamo la nostra preghiera a favore di tutti i sacerdoti e di tutti coloro i quali stanno percorrendo il cammino verso il sacerdozio.

A tal proposito è bene riflettere sulle parole di Giovanni Maria Vianney sul sacerdote.

"Se avessimo fede, vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro il vetro, come il vino mescolato all'acqua. Quando il sacerdote è all'altare o sul pulpito, dobbiamo guardarlo come se fosse Dio stesso. Quanto è grande il sacerdote! Se egli si comprendesse, morirebbe....Dio gli ubbidisce: dice due parole e nostro Signore scende dal cielo. Se non vi fosse il sacramento dell'ordine non avremmo Nostro Signore. Chi è che lo ha messo la, nel tabernacolo? Il sacerdote.Chi ha accolto l'anima nostra al suo ingresso nella vita? Chi la nutre per darle la forza di compiere il suo pellegrinaggio? Il sacerdote. Chi la preparerà a comparire innanzi a Dio, lavandola per l'ultima volta nel sangue di Gesù Cristo? Il sacerdote, sempre il sacerdote. E se quest'anima viene a morire, chi la risusciterà, chi le renderà la calma e la pace? Ancora il sacerdote.....Dopo Dio, il sacerdote è tutto!....Lui stesso non si capirà bene che in cielo".

"Se comprendessimo bene che cos'è un prete sulla terra, moriremmo: non di spavento, ma di amore......Senza il prete la morte e la passione di Nostro Signore non servirebbero a niente. E' il prete che continua l'opera della Redenzione sulla terra.....Che ci gioverebbe una casa piena d'oro se non ci fosse nessuno che ce ne apre la porta? il prete possiede la chiave dei tesori celesti: è lui che apre la porta; egli è l'economo del buon Dio; l'amministratore dei suoi beni....Lasciate una parrocchia, per vent'anni, senza prete, vi si adoreranno le bestie....Il prete non è prete per sè, lo è per voi".

Solo in cielo si comprenderà la felicità di celebrare la messa.

Il sacerdote non è sacerdote per sè. Non può assolvere se stesso. Non può amministrare i sacramenti a se stesso. Egli non è per se stesso: è per voi. Non sarebbe male se un sacerdote morisse a forza di fatiche e di pene sopportate per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

giovedì 17 settembre 2009

L'unità dei cristiani


Giovanni Paolo II ha investito un'enorme quantità di energia e amore sull'unità dei cristiani.

Ha promosso con successo il dialogo con gli ebrei ,che considerava "i nostri fratelli maggiori",e con i rappresentanti delle altre religioni, convocandoli talvolta in incontri di preghiera per la pace, specialmente in Assisi. Sfortunatamente la risposta da parte degli ortodossi e delle comunità cristiane, separate dell'Occidente, a questo invito non ha rispecchiato il senso di urgenza del Papa.

E come dimenticare il viaggio in Terra Santa nel 2000? Il Papa è stato testimone della verità, su cui ha forgiato la sua vita. Un testimone per l'esistenza della Chiesa, ma anche per la riconciliazione fra cattolocesimo e giudaismo.

mercoledì 16 settembre 2009

Karol Wojtyla e i giovani


Un aspetto caratterizzante del pontificato di Karol Wojtyla è stata la prelidezione per i giovani.

Un legame essenziale nella sua vocazione cristiana fin dall'inizio del sacerdozio."Un'amicizia profetica". Il 22 ottobre 1978 disse ai giovani: "Voi siete l'avvenire del mondo, la speranza della Chiesa. Voi siete la mia speranza". Da allora il rapporto è proseguito tutto il pontificato.

Spontaneamente nacquero le Giornate Mondiali per la Gioventù, per cui il Papa potè affermare: "Nessuno ha inventato le Giornate mondiali dei giovani. Furono loro a crearle" (cfr. Varcare la soglia della speranza).

Parlando ai giovani Giovanni Paolo II ha sempre proposto una pedagogia cristiana globale fondata sul messaggio evangelico e sull'insegnamento di Gesù Cristo.

Mai il Papa fu arrendevole alle mode. Mai fu disposto a fare sconti dottrinali o morali o disciplinari per una sorta di captatio benevolentiae. Pur parlando il linguaggio dei giovani egli ha solo e sempre additato Cristo, unica salvezza per l'uomo di tutti i tempi. E dai giovani il Papa è stato amato. E' stato amato nei primi anni del pontificato quando egli era un Papa in forze, sportivo, pronto ad aggregare centinaia di migliaia di giovani con un carisma unico. E' stato amato ancora di più negli ultimi anni quando si mostrò al mondo ferito nel corpo, stanco e ammalato. E i suoi giovani gli sono stati accanto fino alla fine!

Le parole ricostruite dirette ai giovani quasi in un ultimo messaggio sono toccanti ed eloquenti: "Vi ho sempre cercato, ora siete venuti da me; vi ringrazio".

martedì 15 settembre 2009

Stabat Mater dolorosa


"La Madre addolorata stava in piedi, piangendo presso la Croce, da cui pendeva il Figlio".Oggi,15 settembre, nel calendario liturgico ricorre la memoria dei dolori della Beata Vergine Maria.

La Vergine Santissima contemplando sul Calvario il Figlio morente, aveva capito che il "vanto" della sua maternità divina raggiungeva in quel momento il suo culmine partecipando direttamente all'opera della Redenzione. Aveva inoltre capito che ormai il dolore umano, fatto proprio dal Figlio crocifisso, aquistava un valore inestimabile. Oggi, dunque, la Vergine Addolorata, ritta accanto alla Croce, con la muta eloquenza dell'esempio ci parla del significato della sofferenza nel piano divino della Redenzione. Intimamente arricchita da questa ineffabile esperienza, ella s'accosta a chi soffre, lo prende per mano, lo invita a salire con lei sul Calvario e a sostare davanti al Crocifisso. in quel corpo martoriato c'è l'unica risposta convincente agli interrogativi che salgono imperiosi dal cuore.

lunedì 14 settembre 2009

La croce


La croce, innalzata al centro della vita cristiana, è simbolo del trionfo d'amore. Già strumento di supplizio, si rivela sorgente di luce, per merito di Colui che ne fece un dono gratuito del suo amore.

La Croce di N.S. Gesù Cristo


Oggi nel vangelo: Bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato.

Il mistero della croce non è un mistero di tristezza o di tragedia, ma un mistero di beatitudine e di felicità. J. Moltmann.

Il Signore mi da la forza di portare la croce con straordinaria allegria. D. Comboni.

domenica 13 settembre 2009

Esaltazione della Croce


Il simbolo principale del Cristianesimo è la Croce. Dove c'è la Croce c'è la presenza dei cristiani.

Gesù la resa strumento di salvezza per l'umanità e quindi sinonimo di benedizione per il mondo intero e non maledizione.

All'uomo tormentato dal dubbio e dal peccato, essa rivela che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perchè chiunque crede in lui non muioia, ma abbia la vita eterna" (Gv3,16).

In una parola, il Santo Padre Giovanni Paolo II, definiva la Croce: " il supremo simbolo dell'amore".

sabato 12 settembre 2009

Il rosario per la pace


Dinanzi a tutto ciò che di sconcertante avviene nel mondo, alle situazioni che preoccupano l'umanità, recitare la corona del rosario deve essere una consapevole scelta di fede.
Con il Santo Padre Giovanni Paolo II diciamo: contemplando il volto di Cristo, nostra pace e nostra riconciliazione, vogliamo implorare da Dio il dono della pace, per intercessione di Maria Santissima.A Lei domandiamo la forza necessaria per essere costruttori di pace, a cominciare dalla vita quotidiana in famiglia.

La famiglia! Dovrebbe essere proprio il nucleo familiare il primo ambiente in cui la pace di Cristo è accolta, coltivata e custodita. Ai nostri giorni, però, senza la preghiera diventa sempre più difficile per la famiglia realizzare questa sua vocazione. Ecco perchè sarebbe veramente utile recuperare la bella consuetudine di recitare il Rosario in casa, così come avveniva nelle passate generazioni.

venerdì 11 settembre 2009

Santo sacerdote




Il Santo Padre Giovanni Paolo II è stato sacerdote fino in fondo, perchè ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l'intera famiglia umana, in una donazione quotidiana al servizio della Chiesa e soprattutto nelle difficili prove degli ultimi mesi.Così è diventato una cosa sola con Cristo, il buon pastore che ama le sue pecore.E infine" rimanete nel mio amore" :Il Papa che ha cercato l'incontro con tutti, che ha avuto una capacità di perdono e di apertura del cuore per tutti, ci dice, anche oggi, con queste parole del Signore: Dimorando nell'amore di Cristo impariamo, alla scuola di Cristo, l'arte del vero amore.

giovedì 10 settembre 2009

Il Papa della Divina Misericordia

Giovanni Paolo II ha interpretato per noi il mistero pasquale come mistero della divina misericordia. Scrive nel suo ultimo libro: il limite imposto al male è in definitiva la divina misericordia.E riflettendo sull'attentato dice: Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un nuovo senso alla sofferenza; l'ha introdotta in una nuova dimensione, in un nuovo ordine: quello dell'amore........E' la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma dell'amore e trae anche dal peccato una multiforme fioritura di bene. Animato da questa visione, il Papa ha sofferto ed amato in comunione con Cristo e perciò il messaggio della sua sofferenza e del suo silenzio è stato così eloquente e fecondo.

Santa Faustina Kowalska


Ogni santo offre un modello di ricerca della perfezione cristiana con un determinato profilo spirituale e apostolico. Santa Faustina è un modello particolare, perchè plasmato dallo stesso Cristo, che in lei ci ha donato un esempio di cristiana perfezione, radicato nel Vangelo, leggibile e accessibile a tutti. Questo modello può essere racchiuso in una breve formula: "Confida in Dio e ama il tuo prossimo". Gesù le ha concesso grandi doni che non erano soltanto per lei, poichè le ha affidato una grande missione: portare il messaggio della Divina Misericordia al mondo intero.


"Attraverso l'opera della religiosa polacca, il messaggio della Divina Misericordia si è legato per sempre al xx secolo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio. Non è un messaggio nuovo, ma si può ritenere un dono di speciale illuminazione, che ci aiuta a rivivere più intensamente il Vangelo della Pasqua, per offrirlo come un raggio di luce agli uomini e alle donne del nostro tempo".


Giovanni Paolo II

Alla Madonna del Divino Amore


Eleviamo insieme come figli devoti questa preghiera alla nostra dolcissima Madre; preghiera che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha recitato davanti al Santuario Mariano del Divino Amore (Roma):

Salve, o Madre, Regina del mondo. / Tu sei la Madre del bell’Amore, / Tu sei la Madre di Gesù fonte di ogni grazia, / il profumo di ogni virtù, / lo specchio di ogni purezza. / Tu sei gioia nel pianto, / vittoria nella battaglia, speranza nella morte. / Quale dolce sapore il tuo nome nella nostra bocca, / quale soave armonia nelle nostre orecchie, / quale ebbrezza nel nostro cuore! / Tu sei la felicità dei sofferenti, / la corona dei martiri, / la bellezza delle vergini. / Ti supplichiamo, guidaci dopo questo esilio / al possesso del tuo Figlio, Gesù. / Amen.

martedì 8 settembre 2009

Messaggio del Papa sulla devozione al Sacro Cuore di Gesù


S.S.Giovanni PaoloII, in occasione del centenario della Consacrazione del genere umano al Cuore di Gesù, l'11 giugno 1999 ricorda "ho spesso esortato i fedeli a perseverare nella pratica di questo culto, che contiene un messaggio che è ai nostri giorni di straordinaria attualità. "

La consacrazione del genere umano al Cuore di Gesù del 1899 costituisce un passo di straordinario rilievo nel cammino della Chiesa ed è tuttora valido rinnovarla ogni anno (come anche) l'Atto di riparazione".

Il Santo Padre esprime anche " la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato.

venerdì 4 settembre 2009

Non dovete rinunciare alla grandezza e alla bellezza del matrimonio

A voi tutti che vivete la bella e grande esperienza del matrimonio, che certamente non esclude piccole e grandi difficoltà da affrontare quotidianamente, voglio ricordare ciò che il Santo Padre Giovanni Paolo II predicava sul matrimonio per condividerlo con voi pienamente.
Così egli si esprimeva: lo Spirito del Signore dona agli sposi un cuore nuovo e li rende capaci di amarsi, come Cristo ci ha amati. Amare a tal punto l'altro da aiutarlo, da sostenerlo.

Nel matrimonio non smetterete di scoprire le qualità e i difetti del vostro coniuge, lo aiuterete ad accrescere le prime e a diminuire gli altri.

E poi:" Perdonatevi scambievolmente...........Abbiate tanto amore da riconciliarvi se una crisi minaccia la vostra unione, poichè spezzare la vostra reciproca fedeltà è rompere anche con Dio che è sempre fedele, che non smette mai di amare.

Vivete nella fiducia l'uno con l'altra.

Giorno dopo giorno, gettate legna sul fuoco del vostro amore, attraverso i gesti quotidiani della vita comune; il vostro reciproco rispetto e la vostra generosità siano come un segno della presenza di Dio nella vostra casa.

La grazia del sacramento del matrimonio non vi mancherà.

giovedì 3 settembre 2009

A Giovanni Paolo II, Servo fedele di Dio

O Giovanni Paolo II ,chi potrà mai dimenticare
il tuo sguardo lungimirante,
mentre appoggiavi la fronte al Crocifisso,
che tenevi stretto tra le mani,
e al quale ti aggrappavi come ad una roccia,
per accomunarvi la tua personale croce.

Prega per tutti quelli che soffrono,
perchè trovino la forza,
per vincere la loro sofferenza,
nella Croce di Cristo,
e in unione con essa, essere autentica testimonianza
della vera Salvezza.

O Giovanni Paolo II , tu che hai amato la Chiesa,
fino all'ultimo istante della tua vita,
che ne hai accompagnato il cammino con carità ed eroismo,
ora dal cielo,con la tua preghiera,
sostienici nel nostro cammino di fede
e intercedi per noi presso il Padre,
affinchè questo profumi di perfetta carità e santità.

O Giovanni Paolo II, anche quando il tuo volto era ormai sofferente,
e le tue labbra mute,
hai dato voce ai sentimenti che avevi nel cuore con i gesti,
impegnandoti, fino alla fine delle tue forze,
al servizio della Chiesa.

Prega per la Chiesa universale affinchè s'impegni, con la tua stessa fedeltà,
a portare a compimento la missione di Cristo Redentore.

O Giovanni Paolo II, tu Discepolo fedele del Maestro,
che hai predicato la Parola del Signore,
non per vanto, ma per dovere,
insegnaci a riprendere in mano il Vangelo con dedizione e passione,
per farlo diventare vita,
e continua a benedirci dal cielo,
affinchè il fuoco dell'amore Divino accenda i nostri cuori
e le nostre parole prendano il tono delle parole di Cristo.


Amen.