mercoledì 27 gennaio 2010

In ricordo della Shoah


Fra tutte le misure antiumane, ve ne è una che resta per sempre una vergogna per l'umanità: la barbarie pianificata che si è accanita contro il popolo ebraico. Oggetto della "soluzione finale" pensata de un'ideologia aberrante, gli ebrei sono stati sottomessi a privazioni e brutalità a malapena descrivibili. Perseguitati inizialmente mediante misure vessatorie o discrinìminatorie, essi, poi, finiropno a milioni nei campi di sterminio.

Gli ebrei in Polonia, più di altri, hanno vissuto quel calvario: le immagini dell'assedio del ghetto di Varsavia, come le notizie apprese sui campi di concentramento di Auschwitz, di Majdanek o di Treblinka superano quanto si può umanamente concepire. Va pure ricordato che questa follia omicida si è abbattuta su molti altri gruppi, che avevano il torto di essere "differenti" o ribelli alla tirannia dell'occupante.

In occasione di questo doloroso ann9iversario, faccioappello ancora una volta a tutti gli uomini, invitandoli a superare i pregiudizi ed a combattere tutte le forme di razzismo, accettando di riconoscere in ogni persona umana la dignità fondamentale e il bene che vi dimorano, a prendere sempre più coscienza di appartenere ad un'unica famiglia umana voluta e riunita da Dio. Desidero qui ridire con forza che l'ostilità o l'odioverso l'ebraismo sono in completa contraddizione con la visione cristiana della dignità dell'uomo.
Giovanni Paolo II

martedì 26 gennaio 2010

Vangelo secondo Giovanni - Capitolo 17


La preghiera di Gesù
[1]Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. [2]Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. [3]Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. [4]Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. [5]E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
[6]Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. [7]Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, [8]perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. [9]Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. [10]Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. [11]Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
[12]Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. [13]Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. [14]Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
[15]Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. [16]Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. [17]Consacrali nella verità. La tua parola è verità. [18]Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; [19]per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.
[20]Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; [21]perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
[22]E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. [23]Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
[24]Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
[25]Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. [26]E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Ecumenismo vero non c'è senza interiore conversione


Conversione del cuore e santità di vita, insieme alla preghiera privata e pubblica per l'unità dei cristiani, sono l'anima di tutto il movimento ecumenico.

La Chiesa cattolica ha sottolineato ciò nel decreto conciliare Unitatis redintegrazio (n. 8),facendo sua la mirabile intuizione di padre Paul Couturier, apostolo dell'unità dei cristiani. Fu lui a rinnovare la Settimana di preghiera per l'unità, e che per sua iniziativa, nacque il "Groupe des Dombes" che da quasi cinquantanni, animato, sempre dal suo spirito di preghiera e di riconciliazione, continua a promuovere scambi e iniziative volti ad aprire linee di convergenza nella nostra ricerca di unità nella fede. Diceva padre Couturier: possa realizzarsi l'unità visibile di tutti i cristiani, "quale Cristo la vuole e attraverso tutti i mezzi che vorrà". Ciascuno di noi deve preoccuparsi dell'unità dei cristiani e non escuderla dalla preghiera. A tal proposito è bene ricordare suor Maria Gabriella dell'Unità, proclamata beata il 25 gennaio 1983 dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Ella venuta a conoscenza, attraverso l'azione apostolica dell'abbè Paul Couturier, della necessità di preghiere ed offerte spirituali per l'unità dei cristiani, nel 1936, in occasione dell'Ottavario per l'unità, decide di offrire la sua vita per tale causa. Suor Maria Gabriella ha dedicato la sua esistenza alla meditazione e alla preghiera incentrate sul capitolo 17 del Vangelo di san Giovanni e l'ha offerta per l'unità dei cristiani. L'esempio di suor Maria Gabriella ci fa comprendere come non vi siano tempi, situazioni o luoghi particolari per pregare per l'unità. Quando i cristiani si incontrano fraternamente in preghiera questo è frutto di una speciale grazia di Cristo, che dobbiamo accogliere come un dono del suo amore redentore. Una grazia straordinaria, proporzionata alla persistente fragilità dei cristiani divisi da scelte non sempre ponderate fatte in passato.

giovedì 21 gennaio 2010

Atto D' Amore del Santo Curato d'Ars


Io ti amo, o mio Dio; mio solo desiderio è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita.

Io ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti che vivere un solo istante senza amarti.

Io ti amo, o mio Dio, e non desidero il cielo se non per avere il piacere di amarti perfettamente.

Io ti amo, o mio Dio, e temo l'inferno solamente perchè non ci sarà mai la dolce consolazione di amarti.

O mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante che ti amo, voglio almeno che il mio cuore te lo ripeta ad ogni respiro.

Ah ! fammi la grazia di soffrire amandoti, di amarti soffrendo e di spirare un giorno amandoti e sentendo che ti amo. Più mi avvicino alla mia fine più ti scongiuro di accrescere il mio amore, e di renderlo più perfetto.
Amen.

Il Santo Curato d' Ars


Ama


Anche tu per

evangelizzare il mondo.

Non ti si chiede

nulla di straordinario,

solo di essere appassionato

di Gesù, della Chiesa

e dell'uomo,

di avere il cuore grande

quanto il mondo,

di lasciarti scavare l'anima

dalle lacrime dei poveri,

di impegnarti a vivere

la vita come un dono,

e di deciderti a camminare

sulle strade del Vangelo,

missionario di giustizia

e di pace.


Don Tonino Bello

mercoledì 20 gennaio 2010

Eco del pianto primigenio (prima parte)


Hai portato l'unità dei desideri?

Come cogliere quest'unità nella moltitudine degli attimi-

in ognuno dei quali la volontà può scindersi in bene ed in male

(volontà, volontà-un pianto primigenio copre il fondo della storia).

Sei tenero, sensibile-ogni scissione trova in Te uno spazio ed

un'impronta.

Per noi resti sempre nel segno delle nostre scissioni.

Nel segno delle nostre scissioni riplende la Tua unità,

unione dell'Uomo e della Parola: con questa unità

Tu entri nelle scissioni sparse largamente tra noi-

scissioni sparse come si sparge il grano perchè sia fecondo

e cresca in abbondanza, cresca persino contro l'unità dell'uomo nella Parola.

Dopo anni e millenni Ti porteremo un'abbondanza di desideri,

Ti porteremo un'abbondanza di sconfitte

(volontà, volontà-un pianto primigenio copre il fondo della storia).

Il Tuo segno-segno delle nostre scissioni è divenuto segno della nostra ricchezza.

In questo segno difendi la libertà: la libertà ci arricchisce.

Hai riempito il Tuo segno con la nostra libertà.

La libertà può esserti nemica?

Camminiamo da tante generazioni-ognuno di noi cammina incontro ad una libertà

che non neghi l'amore, ma d'amore sia colma.

Camminiamo da tante generazioni-ognuno di noi cammina incontro alla sua libertà.


Giovanni Paolo II

lunedì 18 gennaio 2010

Canonizzazione della Beata Eustochia Calafato (Messina,11 giugno 1988)


Frasi pronunciate da Papa Giovanni Paolo II durante l’Omelia: La vostra nuova Santa "Messinese", figlia della Sicilia, sembra ripetere attraverso i secoli e le generazioni questo invito di Cristo: <>..." "... ho pensato alla vita di questa vostra madre e sorella fondatrice, che oggi arriva agli onori dell'altare come una Santa, Santa di questa terra, Patrona di questa città..." (rivolto alle Clarisse)"... da secoli la invocate come protettrice: continuate ad imitarne la pietà eucaristica; come Lei amate Maria Santissima, la cui devozione è ben radicata nella vostra terra ..."
2o gennaio, memoria liturgica per l'Arcidiocesi di Messina ,Lipari e Santa Lucia del Mela.

Preghiera


Dio dei nostri padri,
tu hai scelto Abramo e la sua discendenza
perchè il tuo nome fosse portato alle genti:
noi siamo profondamente addolorati
per il comportamento di quanti
nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli,
e chiedendoti perdono vogliamo impegnarci
in un' autentica fraternità
con il popolo dell'alleanza.
Amen

Giovanni Paolo II
(Preghiera al Muro occidentale, Gerusalemme, 26 marzo 2000)

Ebrei e cristiani


Ebrei e cristiani condividono un immenso patrimonio spirituale, che deriva dall'autorivelazione di Dio. I nostri insegnamenti religiosi e le nostre esperienze spiritual,i esigono da noi che sconfiggiamo il male con il bene. Noi ricordiamo, ma senza alcun desiderio di vendetta nè come un incentivo all'odio. Per noi ricordare significa pregare per la pace e la giustizia e impegnarci per la loro causa. Solo un mondo in pace, con giustizia per tutti, potrà evitare il ripetersi degli errori e dei terribili crimini del passato.

Come vescovo di Roma e successore di Pietro, assicuro il popèolo ebraico che la Chiesa cattolica, motivata dalla legge evangelica della verità e dell'amore e non da considerazioni politiche, è profondamente rattristata per l'odio, gli atti di persecuzione e le manifestazioni di antisemitismo dirette contro gli ebrei da cristiani in ogni tempo e in ogni luogo. La Chiesa rifiuta ogni forma di razzismo come una negazione dell'immagine del Creatore intrinseca ad ogni essere umano (cfr. Gen 1,26).

Giovanni Paolo II
(Discorso al mausoleo di Yad Vashem, n3, Gerusalemme, 23 marzo 2000)

sabato 16 gennaio 2010

Sant'Antonio abate


Sant'Antonio abate in giovane età seguì alla lettera le parole di Gesù:"Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutto...", egli quindi fece ciò e si rifugiò nel deserto.

L'eremita Antonio, nel deserto, fu sottoposto ad innumerevoli tentazioni da parte del demonio. Nella sua vita quindi non mancarono momenti di profonda oscurità, crisi e lotta interiore in cui si sentiva abbandonato da Gesù. Un giorno Gesù gli apparve, il Santo gli disse: "dov'eri? Perchè non sei apparso sin dall'inizio per alleviare le mie sofferenze?", e si sentì rispondere: "Antonio, io ero con te e assistevo alla tua lotta...". Sant'Antonio quindi è da invocare soprattutto contro le tentazioni del nemico infernale.

giovedì 14 gennaio 2010

Indulgenze Speciali Durante L' Anno Sacerdotale



In occasione dell'Anno Sacerdotale indetto dal Papa nella ricorrenza del 150° anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney, luminoso modello di pastore, è possibile ottenere le indulgenze per i sacerdoti e i fedeli nel seguente modo:

Indulgenza plenaria per i sacerdoti vivi o defunti:

Potranno ottenere l'indulgenza plenaria i sacerdoti veramente pentiti, che in qualsiasi giorno devotamente reciteranno almeno le Lodi mattutine o i Vespri davanti al Santissimo Sacramento, esposto alla pubblica adorazione o riposto nel tabernacolo, e sull'esempio di san Giovanni Maria Vianney, si offriranno con animo pronto e generoso alla celebrazione dei sacramenti, soprattutto della Confessione. Gli stessi potranno beneficiare dell'indulgenza plenaria, applicabile ai sacerdoti defunti come suffragio, in conformità alle disposizioni vigenti, si confesseranno e comunicheranno e pregheranno per le intenzioni del Papa.

Indulgenza parziale per i sacerdoti vivi o defunti:
Riceveranno l' indulgenza parziale, anch'essa applicabile ai defunti, ogni qual volta reciteranno devotamente preghiere debitamente approvate per condurre una vita santa e per adempiere santamente agli uffici a loro affidati.


Indulgenza plenaria per i fedeli:
Potranno beneficiare dell'indulgenza plenaria anche i fedeli che,veramente pentiti, assisteranno alla Messa e offriranno per i sacerdoti della Chiesa preghiere a Cristo e qualsiasi opera buona. Saranno necessari il sacramento della Confessione e la preghiera per le intenzioni del Papa nel giorno in cui si chiude l'Anno Sacerdotale, nel primo giovedì del mese o in qualche altro giorno stabilito dagli Ordinari dei luoghi per l'utilità dei fedeli. Gli anziani, i malati e tutti coloro che per motivi legittimi non possano uscire di casa potranno ottenere l'indulgenza plenaria se, con l'animo distaccato da qualsiasi peccato e con l'intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre "solite condizioni", nei giorni sopra determinati, reciteranno preghiere per la santificazione dei sacerdoti, e offriranno con fiducia a Dio per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli, le malattie e i disagi della loro vita.

Indulgenza parziale per i fedeli:
Il decreto indica che si concederà l'indulgenza parziale a tutti i fedeli che reciteranno 5 Padre Nostro, Ave Maria e Gloria o altra preghiera appositamente approvata in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù, per ottenere che i sacerdoti si conservino in purezza e santità di vita.

venerdì 8 gennaio 2010

Papa Wojtyla beato nel 2010


Il primo sostenitore della beatificazione di Karol Wojtyla è Benedetto XVI. «Bastava osservarlo quando pregava: si immergeva letteralmente in Dio e sembrava che tutto il resto in quei momenti gli fosse estraneo», ha più volte dichiarato il successore di Giovanni Paolo II, non lasciando dubbi sull’eredità spirituale lasciata dal Papa polacco alla Chiesa e al mondo intero. Una fede straordinaria, quella di Wojtyla, che con Dio «intratteneva una conversazione intima, singolare e ininterrotta», nutrita, secondo papa Ratzinger, da tante qualità umane e «soprannaturali». Una sottolineatura che rivela quanto il Papa tedesco sia convinto della santità di Karol Wojtyla.