giovedì 13 maggio 2010

Atto di affidamento alla Vergine


Atto di affidamento alla Vergine a Fatima il 13 maggio 1991

1. "Santa Madre del Redentore,
Porta del cielo, Stella del mare,
soccorri il tuo Popolo che anela a risorgere".
Ancora una volta
ci rivolgiamo a Te,

Madre di Cristo e della Chiesa,
inginocchiati ai tuoi piedi nella Cova da Iria,
per ringraziarti di quanto Tu hai fatto
in questi anni difficili
per la Chiesa, per ciascuno di noi
e per l’intera umanità.

2. "Monstra te esse Matrem!".
Quante volte Ti abbiamo invocato!
Ed oggi siamo qui a ringraziarti,
perché sempre ci hai ascoltato.
Tu ti sei mostrata Madre:

Madre della Chiesa, missionaria sulle vie della terra
verso l’atteso terzo Millennio cristiano;

Madre degli uomini, per la costante protezione
che ci ha evitato sciagure e distruzioni irreparabili,
e ha favorito il progresso
e le attuali conquiste sociali.

Madre delle Nazioni, per i mutamenti inaspettati
che hanno ridato fiducia a popoli
a lungo oppressi e umiliati;

Madre della vita, per i molteplici segni
con cui ci hai accompagnati
difendendoci dal male e dal potere della morte;

Madre mia tenera da sempre,
ma in modo particolare
in quel 13 maggio del 1981,
in cui ho avvertito accanto a me
la tua presenza soccorritrice;

Madre di ogni uomo, che lotta per la vita che non muore.
Madre dell’umanità riscattata dal sangue di Cristo.
Madre dell’amore perfetto, della speranza e della pace,
Santa Madre del Redentore.

3. "Monstra te esse Matrem!".
Sì, continua a mostrarti Madre per tutti,
perché il mondo ha bisogno di Te.
Le nuove situazioni dei popoli e della Chiesa
sono ancora precarie e instabili.
Esiste il pericolo
di sostituire il marxismo
con un’altra forma di ateismo,
che adulando la libertà tende a distruggere
le radici dell’umana e cristiana morale.

Madre della speranza, cammina con noi!
Cammina con l’uomo di questo fine secolo,
con l’uomo d’ogni razza e cultura,
d’ogni età e condizione.
Cammina con i popoli verso la solidarietà e l’amore,
cammina con i giovani, protagonisti di futuri giorni di pace.
Hanno bisogno di Te
le Nazioni che di recente
hanno riacquistato il loro spazio vitale di libertà
e ora sono impegnate a costruire il loro futuro.
Ha bisogno di Te l’Europa
che dall’Est all’Ovest
non può ritrovare la sua vera identità
senza riscoprire le sue comuni radici cristiane.
Ha bisogno di Te il mondo per risolvere
i tanti e violenti conflitti che ancora lo minacciano.

4. "Monstra te esse Matrem!".
Mostrati Madre dei Poveri,
di chi muore di fame e senza assistenza nella malattia,
di chi subisce ingiustizie e soprusi,
di chi non trova lavoro, né casa né rifugio,
di chi è oppresso e sfruttato,
di chi dispera
o invano ricerca la quiete lontano da Dio.
Aiutaci a difendere la vita, riflesso dell’amore divino,
aiutaci a difenderla sempre,
dall’alba al suo naturale tramonto.
Mostrati Madre dell’unità e della pace.
Cessino ovunque la violenza e l’ingiustizia,
crescano nelle famiglie la concordia e l’unità,
e fra i popoli il rispetto e il dialogo;
regni sulla terra la pace, la pace vera!
O Vergine Maria, dona al mondo Cristo, nostra pace.
non riaprano i popoli nuovi fossati di odio e di vendetta;
non ceda il mondo all’illusione di un falso benessere
che mortifica la dignità della persona
e compromette per sempre le risorse del creato.
Mostrati Madre della speranza!
Veglia sulla strada che ancora ci attende.
Veglia sugli uomini e sulle nuove situazioni dei popoli
ancora minacciati da rischi di guerra.
Veglia sui responsabili delle Nazioni
e su tutti quanti reggono le sorti dell’umanità.
Veglia sulla Chiesa
sempre tentata dallo spirito del mondo.
Veglia, in particolare, sulla prossima Assemblea speciale
del Sinodo dei Vescovi, tappa importante sulla via
della nuova evangelizzazione in Europa.
Veglia sul mio ministero petrino,
al servizio del Vangelo e dell’uomo
verso i nuovi traguardi dell’azione missionaria della Chiesa.

Totus tuus!

5. In collegiale unità con i Pastori,
in comunione con l’intero Popolo di Dio,
sparso ai quattro angoli della terra,
anche oggi rinnovo a Te
la consacrazione filiale del genere umano.

A Te, con fiducia, tutti ci consacriamo.
Con Te intendiamo seguire Cristo, Redentore dell’uomo:
la stanchezza non ci abbatta, né la fatica ci rallenti,
le difficoltà non spengano il coraggio,
né la tristezza la gioia nel cuore.
Tu, Maria, Madre del Redentore,
continua a mostrarti Madre per tutti,
veglia sul nostro cammino,
fa’ che pieni di gioia vediamo
il tuo Figlio nel Cielo.
Amen!

Giovanni Paolo II

sabato 1 maggio 2010

Affidamento dei sacerdoti alla Madre di Dio


Madre di Gesù Cristo e Madre dei sacerdoti,
ricevi questo titolo che noi tributiamo a te
per celebrare la tua maternità
e contemplare presso di te il Sacerdozio
del tuo Figlio e dei tuoi figli,
Santa Genitrice di Dio.
Madre di Cristo,
al Messia Sacerdote hai dato il corpo di carne
per l'unzione del Santo Spirito
a salvezza dei poveri e contriti di cuore,
custodisci nel tuo cuore e nella Chiesa i sacerdoti,
Madre del Salvatore.
Madre della fede,
hai accompagnato al tempio il Figlio dell'uomo,
compimento delle promesse date ai Padri,
consegna al Padre per la sua gloria
i sacerdoti del Figlio tuo,
Arca dell'Alleanza.
Madre della Chiesa,
tra i discepoli nel Cenacolo pregavi lo Spirito
per il Popolo nuovo ed i suoi Pastori,
ottieni all'ordine dei presbiteri
la pienezza dei doni,
Regina degli Apostoli.
Madre di Gesù Cristo,
eri con Lui agli inizi della sua vita
e della sua missione,
lo hai cercato Maestro tra la folla,
lo hai assistito innalzato da terra,
consumato per il sacrificio unico eterno,
e avevi Giovanni vicino, tuo figlio,
accogli fin dall'inizio i chiamati,
proteggi la loro crescita,
accompagna nella vita e nel ministero
i tuoi figli,
Madre dei sacerdoti.
Amen!
GIOVANNI PAOLO II

sabato 17 aprile 2010

Discorso per la celebrazione della Parola davanti alla Sindone


Nella Sindone si riflette l'immagine della sofferenza umana. Essa ricorda all'uomo moderno, spesso distratto dal benessere e dalle conquiste tecnologiche, il dramma di tanti fratelli, e lo invita ad interrogarsi sul mistero del dolore per approfondire le cause. L'impronta del corpo martoriato del Crocifisso, testimoniando la tremenda capacità dell'uomo di procurare dolore e morte ai suoi simili, si pone come l'icona della sofferenza dell'innocente di tutti i tempi: delle innumerevoli tragedie che hanno segnato la storia passata, e dei drammi che continuano a consumarsi nel mondo.
Davanti alla Sindone, come non pensare ai milioni di uomini che muoiono di fame, agli orrori perpetrati nelle tante guerre che insanguinano le nazioni, allo sfruttamento brutale di donne e bambini, ai milioni di essere umani che vivono di stenti e di umiliazioni ai margini delle metropoli, specialmente nei paesi in via di sviluppo? Come non ricordare con smarrimento e pietà quanti non possono godere degli elementari diritti civili, le vittime della tortura e del terrorismo, gli schiavi di organizzazioni criminali?
Evocando tali drammatiche situazioni, la Sindone non solo ci spinge ad uscire dal nostro egoismo, ma ci porta a scoprire il mistero del dolore che, santificato dal mistero di Cristo, genera salvezza per l'intera umanità.
La Sindone è anche immagine dell'amore di Dio, oltre che del peccato dell'uomo. Essa invita a riscoprire la causa ultima della morte redentrice di Gesù. Nell'incommensurabile sofferenza da essa documentata, l'amore di colui che ha " tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" ( G v 3,16 ) si rende quasi palpabile e manifesta le sue sorprendenti dimensioni. Dinanzi ad essa i credenti non possono non esclamare in tutta verità: "Signore, non mi potevi amare ancora di più! ", e rendersi subito conto che responsabile di quella sofferenza è il peccato: sono i peccati di ogni essere umano.
Parlandoci di amore e di peccato, la Sindone invita tutti noi ad imprimere nel nostro spirito il volto dell'amore di Dio, per escluderne la tremenda realtà del peccato. La contemplazione di quel corpo martoriato aiuta l'uomo contemporaneo a liberarsi dalla superficialità e dall'egoismo con cui molto spesso tratta dell'amore e del peccato. Facendo eco alla Parola di Dio ed a secoli di consapevolezza cristiana, la Sindone sussurra: credi nell'amore di Dio, il più grande tesoro donato all'umanità, e fuggi il peccato, la più grande disgrazia della storia.
La Sindone è anche immagine di impotenza: impotenza della morte, in cui si rivela la conseguenza estrema del mistero dell'incarnazione. Il telo sindonico ci spinge a misurarci con l'aspetto più conturbante del mistero dell'incarnazione, che è anche quello in cui si mostra con quanta verità Dio si sia fatto veramente uomo, assumendo la nostra condizione in tutto, fuorchè nel peccato. Ognuno è scosso dal pensiero che nemmeno il Figlio di Dio abbia resistito alla forza della morte, ma tutti ci commuoviamo al pensiero che egli ha talmente partecipato alla nostra condizione umana da volersi sottoporreall'impotenza totaltdel momento in cui la vita si spegne. E' l'esperienza del Sabato Santo, passaggio importante del cammino di Gesù verso la Gloria, da cui si sprigiona un raggio di luce che investe il dolore e la morte di ogni uomo.
La fede, ricordandoci la vittoria di Cristo, ci comunica che il sepolcro non è il traguardo ultimo dell'esistenza. Dio ci chiama alla risurrezione ed alla vita immortale.

Giovanni Paolo II, Torino, 24 maggio 1998

giovedì 4 febbraio 2010

Le canonizzazioni di Giovanni Paolo II


Il pontificato di Giovanni Paolo II si è caratterizzato anche per il gran numero, un vero record, di canonizzazioni. Esse contano 1312 Beati e 473 Santi. Ciò diventa significativo se si bada al fatto che dal 1588, quando fu costituito il dicastero vaticano per i santi, i predecessori di Wojtyla avevano proclamato in tutto 1310 beati e 300 santi.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il pensiero teologico di Giovanni Paolo II nelle sue 14 encicliche


La lettera apostolica che il Papa indirizza ai fedeli e ai vescovi di tutto il mondo su argomenti riguardanti la dottrina cattolica o situazioni religiose, politiche e sociali si chiama enciclica e viene chiamata con le prime due o tre parole del testo.
Papa Wojtyla ne scrisse 14:

Redemptor Hominis (4 marzo 1979)
Il Papa affronta il tema della centralità di Cristo, partendo dal necessario compito della Chiesa di applicare interamente quanto stabilito dal concilio Vaticano II, in vista del terzo millennio.

Dives In Misericordia (30 novembre 1980)
Il compito della Chiesa è "attuare la misericordia". Il Papa condanna il consumismo e indica la necessità di aiutare i paesi sottosviluppati.

Laborem Exercens (14 settembre 1981)
Giovanni Paolo II affronta il tema del diritto al lavoro, considerandolo un fondamentale diritto umano criticando sia il marxismo sia il capitalismo.

Slavorum Apostoli (2 giugno 1985)
Papa Wojtyla ricostruisce la storia dell'opera evangelizzatrice condotta pacificamente nella nazioni slave dai santi Cirillo e Metodio, due fratelli di Salonicco. Una strada che anche la Chiesa moderna di Wojtyla ha portato avanti.

Dominum Et Vivificantem (18 maggio 1986)
Spiccatamente di argomento teologico, è dedicata allo Spirito Santo, considerato il realizzatore della continuità della fede, come dal dogma promulgato dai concili di Nicea e Costantinopoli.

Redemptoris Mater (25 marzo 1987)
E' uno studio della Madre di Cristo.
Il Papa che ne ha sempre avuto un particolare culto, qui ricorda la sua centralità di "mediatrice divina" tra Dio e l'uomo.

Sollicitudo Rei Socialis (30 dicembre 1987)
Giovanni Paolo II, seguendo le indicazioni del vangelo, sottolinea il dovere della Chiesa di intervenire con sollecitudine nelle questioni sociali per ottenere uno sviluppo autentico della persona. Il Papa si sofferma sui divari tra i vari Paesi del mondo e sul crescente predominio dell'avere sull'essere.

Redemptoris Missio (7 dicembre 1990)
L'enciclica ribadisce la necessità dell'attività missionaria in tutto il mondo, senza limitarsi ai popoli non cristiani perchè la fede in Cristo è una "proposta alla libertà dell'uomo".

Centesimus Annus (1° maggio 1991)
Scritta dopo il crollo del comunismo, esamina gli errori di quella ideologia. L'economia, dice il Papa, deve essere sempre al servizio dell'uomo e non viceversa.

Veritatis Splendor (6 agosto 1993)
Rivolta ai vescovi, è un richiamo severo della centralità della Chiesa romana contro la "Teologia della liberazione" che ha alimentato dubbi e obiezioni.

Evangelium Vitae (25 marzo 1995)
Appello all'umanità perchè venga rispettata la vita umana. E' la condanna senza mezzi termini nei confronti di omicidi, genocidio, aborto, eutanasia, suicidio e anche contro le varie forme di manipolazione genetica.

Ut Unum Sint (25 maggio 1995)Giovanni Paolo II richiama all'unità dei cristiani superando i pregiudizi reciproci. La preghiera deve tornare a essere un momento centrale per tutti i fedeli.

Fides Et Ratio (14 settembre 1998)
Secondo Papa Wojtyla l'uomo ha bisogno sia della fede che della ragione senza più motivo di contrasto.

Ecclesia De Eucharistia (17 aprile 2003)
Dedicata all' Eucaristia come edificatrice della chiesa, è stata scritta a distanza di cinque anni dalla precedente. La Vergine Maria viene definita "donna eucaristica".


mercoledì 27 gennaio 2010

In ricordo della Shoah


Fra tutte le misure antiumane, ve ne è una che resta per sempre una vergogna per l'umanità: la barbarie pianificata che si è accanita contro il popolo ebraico. Oggetto della "soluzione finale" pensata de un'ideologia aberrante, gli ebrei sono stati sottomessi a privazioni e brutalità a malapena descrivibili. Perseguitati inizialmente mediante misure vessatorie o discrinìminatorie, essi, poi, finiropno a milioni nei campi di sterminio.

Gli ebrei in Polonia, più di altri, hanno vissuto quel calvario: le immagini dell'assedio del ghetto di Varsavia, come le notizie apprese sui campi di concentramento di Auschwitz, di Majdanek o di Treblinka superano quanto si può umanamente concepire. Va pure ricordato che questa follia omicida si è abbattuta su molti altri gruppi, che avevano il torto di essere "differenti" o ribelli alla tirannia dell'occupante.

In occasione di questo doloroso ann9iversario, faccioappello ancora una volta a tutti gli uomini, invitandoli a superare i pregiudizi ed a combattere tutte le forme di razzismo, accettando di riconoscere in ogni persona umana la dignità fondamentale e il bene che vi dimorano, a prendere sempre più coscienza di appartenere ad un'unica famiglia umana voluta e riunita da Dio. Desidero qui ridire con forza che l'ostilità o l'odioverso l'ebraismo sono in completa contraddizione con la visione cristiana della dignità dell'uomo.
Giovanni Paolo II

martedì 26 gennaio 2010

Vangelo secondo Giovanni - Capitolo 17


La preghiera di Gesù
[1]Così parlò Gesù. Quindi, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. [2]Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. [3]Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. [4]Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. [5]E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
[6]Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. [7]Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, [8]perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. [9]Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. [10]Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. [11]Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
[12]Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. [13]Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. [14]Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
[15]Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. [16]Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. [17]Consacrali nella verità. La tua parola è verità. [18]Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; [19]per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.
[20]Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; [21]perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
[22]E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. [23]Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
[24]Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
[25]Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. [26]E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

Ecumenismo vero non c'è senza interiore conversione


Conversione del cuore e santità di vita, insieme alla preghiera privata e pubblica per l'unità dei cristiani, sono l'anima di tutto il movimento ecumenico.

La Chiesa cattolica ha sottolineato ciò nel decreto conciliare Unitatis redintegrazio (n. 8),facendo sua la mirabile intuizione di padre Paul Couturier, apostolo dell'unità dei cristiani. Fu lui a rinnovare la Settimana di preghiera per l'unità, e che per sua iniziativa, nacque il "Groupe des Dombes" che da quasi cinquantanni, animato, sempre dal suo spirito di preghiera e di riconciliazione, continua a promuovere scambi e iniziative volti ad aprire linee di convergenza nella nostra ricerca di unità nella fede. Diceva padre Couturier: possa realizzarsi l'unità visibile di tutti i cristiani, "quale Cristo la vuole e attraverso tutti i mezzi che vorrà". Ciascuno di noi deve preoccuparsi dell'unità dei cristiani e non escuderla dalla preghiera. A tal proposito è bene ricordare suor Maria Gabriella dell'Unità, proclamata beata il 25 gennaio 1983 dal Santo Padre Giovanni Paolo II. Ella venuta a conoscenza, attraverso l'azione apostolica dell'abbè Paul Couturier, della necessità di preghiere ed offerte spirituali per l'unità dei cristiani, nel 1936, in occasione dell'Ottavario per l'unità, decide di offrire la sua vita per tale causa. Suor Maria Gabriella ha dedicato la sua esistenza alla meditazione e alla preghiera incentrate sul capitolo 17 del Vangelo di san Giovanni e l'ha offerta per l'unità dei cristiani. L'esempio di suor Maria Gabriella ci fa comprendere come non vi siano tempi, situazioni o luoghi particolari per pregare per l'unità. Quando i cristiani si incontrano fraternamente in preghiera questo è frutto di una speciale grazia di Cristo, che dobbiamo accogliere come un dono del suo amore redentore. Una grazia straordinaria, proporzionata alla persistente fragilità dei cristiani divisi da scelte non sempre ponderate fatte in passato.

giovedì 21 gennaio 2010

Atto D' Amore del Santo Curato d'Ars


Io ti amo, o mio Dio; mio solo desiderio è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita.

Io ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti che vivere un solo istante senza amarti.

Io ti amo, o mio Dio, e non desidero il cielo se non per avere il piacere di amarti perfettamente.

Io ti amo, o mio Dio, e temo l'inferno solamente perchè non ci sarà mai la dolce consolazione di amarti.

O mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni istante che ti amo, voglio almeno che il mio cuore te lo ripeta ad ogni respiro.

Ah ! fammi la grazia di soffrire amandoti, di amarti soffrendo e di spirare un giorno amandoti e sentendo che ti amo. Più mi avvicino alla mia fine più ti scongiuro di accrescere il mio amore, e di renderlo più perfetto.
Amen.

Il Santo Curato d' Ars


Ama


Anche tu per

evangelizzare il mondo.

Non ti si chiede

nulla di straordinario,

solo di essere appassionato

di Gesù, della Chiesa

e dell'uomo,

di avere il cuore grande

quanto il mondo,

di lasciarti scavare l'anima

dalle lacrime dei poveri,

di impegnarti a vivere

la vita come un dono,

e di deciderti a camminare

sulle strade del Vangelo,

missionario di giustizia

e di pace.


Don Tonino Bello

mercoledì 20 gennaio 2010

Eco del pianto primigenio (prima parte)


Hai portato l'unità dei desideri?

Come cogliere quest'unità nella moltitudine degli attimi-

in ognuno dei quali la volontà può scindersi in bene ed in male

(volontà, volontà-un pianto primigenio copre il fondo della storia).

Sei tenero, sensibile-ogni scissione trova in Te uno spazio ed

un'impronta.

Per noi resti sempre nel segno delle nostre scissioni.

Nel segno delle nostre scissioni riplende la Tua unità,

unione dell'Uomo e della Parola: con questa unità

Tu entri nelle scissioni sparse largamente tra noi-

scissioni sparse come si sparge il grano perchè sia fecondo

e cresca in abbondanza, cresca persino contro l'unità dell'uomo nella Parola.

Dopo anni e millenni Ti porteremo un'abbondanza di desideri,

Ti porteremo un'abbondanza di sconfitte

(volontà, volontà-un pianto primigenio copre il fondo della storia).

Il Tuo segno-segno delle nostre scissioni è divenuto segno della nostra ricchezza.

In questo segno difendi la libertà: la libertà ci arricchisce.

Hai riempito il Tuo segno con la nostra libertà.

La libertà può esserti nemica?

Camminiamo da tante generazioni-ognuno di noi cammina incontro ad una libertà

che non neghi l'amore, ma d'amore sia colma.

Camminiamo da tante generazioni-ognuno di noi cammina incontro alla sua libertà.


Giovanni Paolo II

lunedì 18 gennaio 2010

Canonizzazione della Beata Eustochia Calafato (Messina,11 giugno 1988)


Frasi pronunciate da Papa Giovanni Paolo II durante l’Omelia: La vostra nuova Santa "Messinese", figlia della Sicilia, sembra ripetere attraverso i secoli e le generazioni questo invito di Cristo: <>..." "... ho pensato alla vita di questa vostra madre e sorella fondatrice, che oggi arriva agli onori dell'altare come una Santa, Santa di questa terra, Patrona di questa città..." (rivolto alle Clarisse)"... da secoli la invocate come protettrice: continuate ad imitarne la pietà eucaristica; come Lei amate Maria Santissima, la cui devozione è ben radicata nella vostra terra ..."
2o gennaio, memoria liturgica per l'Arcidiocesi di Messina ,Lipari e Santa Lucia del Mela.

Preghiera


Dio dei nostri padri,
tu hai scelto Abramo e la sua discendenza
perchè il tuo nome fosse portato alle genti:
noi siamo profondamente addolorati
per il comportamento di quanti
nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli,
e chiedendoti perdono vogliamo impegnarci
in un' autentica fraternità
con il popolo dell'alleanza.
Amen

Giovanni Paolo II
(Preghiera al Muro occidentale, Gerusalemme, 26 marzo 2000)

Ebrei e cristiani


Ebrei e cristiani condividono un immenso patrimonio spirituale, che deriva dall'autorivelazione di Dio. I nostri insegnamenti religiosi e le nostre esperienze spiritual,i esigono da noi che sconfiggiamo il male con il bene. Noi ricordiamo, ma senza alcun desiderio di vendetta nè come un incentivo all'odio. Per noi ricordare significa pregare per la pace e la giustizia e impegnarci per la loro causa. Solo un mondo in pace, con giustizia per tutti, potrà evitare il ripetersi degli errori e dei terribili crimini del passato.

Come vescovo di Roma e successore di Pietro, assicuro il popèolo ebraico che la Chiesa cattolica, motivata dalla legge evangelica della verità e dell'amore e non da considerazioni politiche, è profondamente rattristata per l'odio, gli atti di persecuzione e le manifestazioni di antisemitismo dirette contro gli ebrei da cristiani in ogni tempo e in ogni luogo. La Chiesa rifiuta ogni forma di razzismo come una negazione dell'immagine del Creatore intrinseca ad ogni essere umano (cfr. Gen 1,26).

Giovanni Paolo II
(Discorso al mausoleo di Yad Vashem, n3, Gerusalemme, 23 marzo 2000)

sabato 16 gennaio 2010

Sant'Antonio abate


Sant'Antonio abate in giovane età seguì alla lettera le parole di Gesù:"Se vuoi essere perfetto, va, vendi tutto...", egli quindi fece ciò e si rifugiò nel deserto.

L'eremita Antonio, nel deserto, fu sottoposto ad innumerevoli tentazioni da parte del demonio. Nella sua vita quindi non mancarono momenti di profonda oscurità, crisi e lotta interiore in cui si sentiva abbandonato da Gesù. Un giorno Gesù gli apparve, il Santo gli disse: "dov'eri? Perchè non sei apparso sin dall'inizio per alleviare le mie sofferenze?", e si sentì rispondere: "Antonio, io ero con te e assistevo alla tua lotta...". Sant'Antonio quindi è da invocare soprattutto contro le tentazioni del nemico infernale.

giovedì 14 gennaio 2010

Indulgenze Speciali Durante L' Anno Sacerdotale



In occasione dell'Anno Sacerdotale indetto dal Papa nella ricorrenza del 150° anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney, luminoso modello di pastore, è possibile ottenere le indulgenze per i sacerdoti e i fedeli nel seguente modo:

Indulgenza plenaria per i sacerdoti vivi o defunti:

Potranno ottenere l'indulgenza plenaria i sacerdoti veramente pentiti, che in qualsiasi giorno devotamente reciteranno almeno le Lodi mattutine o i Vespri davanti al Santissimo Sacramento, esposto alla pubblica adorazione o riposto nel tabernacolo, e sull'esempio di san Giovanni Maria Vianney, si offriranno con animo pronto e generoso alla celebrazione dei sacramenti, soprattutto della Confessione. Gli stessi potranno beneficiare dell'indulgenza plenaria, applicabile ai sacerdoti defunti come suffragio, in conformità alle disposizioni vigenti, si confesseranno e comunicheranno e pregheranno per le intenzioni del Papa.

Indulgenza parziale per i sacerdoti vivi o defunti:
Riceveranno l' indulgenza parziale, anch'essa applicabile ai defunti, ogni qual volta reciteranno devotamente preghiere debitamente approvate per condurre una vita santa e per adempiere santamente agli uffici a loro affidati.


Indulgenza plenaria per i fedeli:
Potranno beneficiare dell'indulgenza plenaria anche i fedeli che,veramente pentiti, assisteranno alla Messa e offriranno per i sacerdoti della Chiesa preghiere a Cristo e qualsiasi opera buona. Saranno necessari il sacramento della Confessione e la preghiera per le intenzioni del Papa nel giorno in cui si chiude l'Anno Sacerdotale, nel primo giovedì del mese o in qualche altro giorno stabilito dagli Ordinari dei luoghi per l'utilità dei fedeli. Gli anziani, i malati e tutti coloro che per motivi legittimi non possano uscire di casa potranno ottenere l'indulgenza plenaria se, con l'animo distaccato da qualsiasi peccato e con l'intenzione di adempiere, non appena possibile, le tre "solite condizioni", nei giorni sopra determinati, reciteranno preghiere per la santificazione dei sacerdoti, e offriranno con fiducia a Dio per mezzo di Maria, Regina degli Apostoli, le malattie e i disagi della loro vita.

Indulgenza parziale per i fedeli:
Il decreto indica che si concederà l'indulgenza parziale a tutti i fedeli che reciteranno 5 Padre Nostro, Ave Maria e Gloria o altra preghiera appositamente approvata in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù, per ottenere che i sacerdoti si conservino in purezza e santità di vita.

venerdì 8 gennaio 2010

Papa Wojtyla beato nel 2010


Il primo sostenitore della beatificazione di Karol Wojtyla è Benedetto XVI. «Bastava osservarlo quando pregava: si immergeva letteralmente in Dio e sembrava che tutto il resto in quei momenti gli fosse estraneo», ha più volte dichiarato il successore di Giovanni Paolo II, non lasciando dubbi sull’eredità spirituale lasciata dal Papa polacco alla Chiesa e al mondo intero. Una fede straordinaria, quella di Wojtyla, che con Dio «intratteneva una conversazione intima, singolare e ininterrotta», nutrita, secondo papa Ratzinger, da tante qualità umane e «soprannaturali». Una sottolineatura che rivela quanto il Papa tedesco sia convinto della santità di Karol Wojtyla.