lunedì 17 gennaio 2011

Beatificazione Giovanni Paolo II


Papa Wojtyla sarà beatificato il primo maggio 2011





Giovanni Paolo II sarà proclamato beato il prossimo 1° maggio, II Domenica di Pasqua della Divina Misericordia. Ne ha dato notizia padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana. Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il Decreto sul miracolo attribuito all’intercessione di papa Giovanni Paolo II. Lo rende noto una nota della Sala stampa vaticana, precisando che «questo atto conclude l’iter che precede il Rito della beatificazione».

giovedì 13 maggio 2010

Atto di affidamento alla Vergine


Atto di affidamento alla Vergine a Fatima il 13 maggio 1991

1. "Santa Madre del Redentore,
Porta del cielo, Stella del mare,
soccorri il tuo Popolo che anela a risorgere".
Ancora una volta
ci rivolgiamo a Te,

Madre di Cristo e della Chiesa,
inginocchiati ai tuoi piedi nella Cova da Iria,
per ringraziarti di quanto Tu hai fatto
in questi anni difficili
per la Chiesa, per ciascuno di noi
e per l’intera umanità.

2. "Monstra te esse Matrem!".
Quante volte Ti abbiamo invocato!
Ed oggi siamo qui a ringraziarti,
perché sempre ci hai ascoltato.
Tu ti sei mostrata Madre:

Madre della Chiesa, missionaria sulle vie della terra
verso l’atteso terzo Millennio cristiano;

Madre degli uomini, per la costante protezione
che ci ha evitato sciagure e distruzioni irreparabili,
e ha favorito il progresso
e le attuali conquiste sociali.

Madre delle Nazioni, per i mutamenti inaspettati
che hanno ridato fiducia a popoli
a lungo oppressi e umiliati;

Madre della vita, per i molteplici segni
con cui ci hai accompagnati
difendendoci dal male e dal potere della morte;

Madre mia tenera da sempre,
ma in modo particolare
in quel 13 maggio del 1981,
in cui ho avvertito accanto a me
la tua presenza soccorritrice;

Madre di ogni uomo, che lotta per la vita che non muore.
Madre dell’umanità riscattata dal sangue di Cristo.
Madre dell’amore perfetto, della speranza e della pace,
Santa Madre del Redentore.

3. "Monstra te esse Matrem!".
Sì, continua a mostrarti Madre per tutti,
perché il mondo ha bisogno di Te.
Le nuove situazioni dei popoli e della Chiesa
sono ancora precarie e instabili.
Esiste il pericolo
di sostituire il marxismo
con un’altra forma di ateismo,
che adulando la libertà tende a distruggere
le radici dell’umana e cristiana morale.

Madre della speranza, cammina con noi!
Cammina con l’uomo di questo fine secolo,
con l’uomo d’ogni razza e cultura,
d’ogni età e condizione.
Cammina con i popoli verso la solidarietà e l’amore,
cammina con i giovani, protagonisti di futuri giorni di pace.
Hanno bisogno di Te
le Nazioni che di recente
hanno riacquistato il loro spazio vitale di libertà
e ora sono impegnate a costruire il loro futuro.
Ha bisogno di Te l’Europa
che dall’Est all’Ovest
non può ritrovare la sua vera identità
senza riscoprire le sue comuni radici cristiane.
Ha bisogno di Te il mondo per risolvere
i tanti e violenti conflitti che ancora lo minacciano.

4. "Monstra te esse Matrem!".
Mostrati Madre dei Poveri,
di chi muore di fame e senza assistenza nella malattia,
di chi subisce ingiustizie e soprusi,
di chi non trova lavoro, né casa né rifugio,
di chi è oppresso e sfruttato,
di chi dispera
o invano ricerca la quiete lontano da Dio.
Aiutaci a difendere la vita, riflesso dell’amore divino,
aiutaci a difenderla sempre,
dall’alba al suo naturale tramonto.
Mostrati Madre dell’unità e della pace.
Cessino ovunque la violenza e l’ingiustizia,
crescano nelle famiglie la concordia e l’unità,
e fra i popoli il rispetto e il dialogo;
regni sulla terra la pace, la pace vera!
O Vergine Maria, dona al mondo Cristo, nostra pace.
non riaprano i popoli nuovi fossati di odio e di vendetta;
non ceda il mondo all’illusione di un falso benessere
che mortifica la dignità della persona
e compromette per sempre le risorse del creato.
Mostrati Madre della speranza!
Veglia sulla strada che ancora ci attende.
Veglia sugli uomini e sulle nuove situazioni dei popoli
ancora minacciati da rischi di guerra.
Veglia sui responsabili delle Nazioni
e su tutti quanti reggono le sorti dell’umanità.
Veglia sulla Chiesa
sempre tentata dallo spirito del mondo.
Veglia, in particolare, sulla prossima Assemblea speciale
del Sinodo dei Vescovi, tappa importante sulla via
della nuova evangelizzazione in Europa.
Veglia sul mio ministero petrino,
al servizio del Vangelo e dell’uomo
verso i nuovi traguardi dell’azione missionaria della Chiesa.

Totus tuus!

5. In collegiale unità con i Pastori,
in comunione con l’intero Popolo di Dio,
sparso ai quattro angoli della terra,
anche oggi rinnovo a Te
la consacrazione filiale del genere umano.

A Te, con fiducia, tutti ci consacriamo.
Con Te intendiamo seguire Cristo, Redentore dell’uomo:
la stanchezza non ci abbatta, né la fatica ci rallenti,
le difficoltà non spengano il coraggio,
né la tristezza la gioia nel cuore.
Tu, Maria, Madre del Redentore,
continua a mostrarti Madre per tutti,
veglia sul nostro cammino,
fa’ che pieni di gioia vediamo
il tuo Figlio nel Cielo.
Amen!

Giovanni Paolo II

sabato 1 maggio 2010

Affidamento dei sacerdoti alla Madre di Dio


Madre di Gesù Cristo e Madre dei sacerdoti,
ricevi questo titolo che noi tributiamo a te
per celebrare la tua maternità
e contemplare presso di te il Sacerdozio
del tuo Figlio e dei tuoi figli,
Santa Genitrice di Dio.
Madre di Cristo,
al Messia Sacerdote hai dato il corpo di carne
per l'unzione del Santo Spirito
a salvezza dei poveri e contriti di cuore,
custodisci nel tuo cuore e nella Chiesa i sacerdoti,
Madre del Salvatore.
Madre della fede,
hai accompagnato al tempio il Figlio dell'uomo,
compimento delle promesse date ai Padri,
consegna al Padre per la sua gloria
i sacerdoti del Figlio tuo,
Arca dell'Alleanza.
Madre della Chiesa,
tra i discepoli nel Cenacolo pregavi lo Spirito
per il Popolo nuovo ed i suoi Pastori,
ottieni all'ordine dei presbiteri
la pienezza dei doni,
Regina degli Apostoli.
Madre di Gesù Cristo,
eri con Lui agli inizi della sua vita
e della sua missione,
lo hai cercato Maestro tra la folla,
lo hai assistito innalzato da terra,
consumato per il sacrificio unico eterno,
e avevi Giovanni vicino, tuo figlio,
accogli fin dall'inizio i chiamati,
proteggi la loro crescita,
accompagna nella vita e nel ministero
i tuoi figli,
Madre dei sacerdoti.
Amen!
GIOVANNI PAOLO II

sabato 17 aprile 2010

Discorso per la celebrazione della Parola davanti alla Sindone


Nella Sindone si riflette l'immagine della sofferenza umana. Essa ricorda all'uomo moderno, spesso distratto dal benessere e dalle conquiste tecnologiche, il dramma di tanti fratelli, e lo invita ad interrogarsi sul mistero del dolore per approfondire le cause. L'impronta del corpo martoriato del Crocifisso, testimoniando la tremenda capacità dell'uomo di procurare dolore e morte ai suoi simili, si pone come l'icona della sofferenza dell'innocente di tutti i tempi: delle innumerevoli tragedie che hanno segnato la storia passata, e dei drammi che continuano a consumarsi nel mondo.
Davanti alla Sindone, come non pensare ai milioni di uomini che muoiono di fame, agli orrori perpetrati nelle tante guerre che insanguinano le nazioni, allo sfruttamento brutale di donne e bambini, ai milioni di essere umani che vivono di stenti e di umiliazioni ai margini delle metropoli, specialmente nei paesi in via di sviluppo? Come non ricordare con smarrimento e pietà quanti non possono godere degli elementari diritti civili, le vittime della tortura e del terrorismo, gli schiavi di organizzazioni criminali?
Evocando tali drammatiche situazioni, la Sindone non solo ci spinge ad uscire dal nostro egoismo, ma ci porta a scoprire il mistero del dolore che, santificato dal mistero di Cristo, genera salvezza per l'intera umanità.
La Sindone è anche immagine dell'amore di Dio, oltre che del peccato dell'uomo. Essa invita a riscoprire la causa ultima della morte redentrice di Gesù. Nell'incommensurabile sofferenza da essa documentata, l'amore di colui che ha " tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" ( G v 3,16 ) si rende quasi palpabile e manifesta le sue sorprendenti dimensioni. Dinanzi ad essa i credenti non possono non esclamare in tutta verità: "Signore, non mi potevi amare ancora di più! ", e rendersi subito conto che responsabile di quella sofferenza è il peccato: sono i peccati di ogni essere umano.
Parlandoci di amore e di peccato, la Sindone invita tutti noi ad imprimere nel nostro spirito il volto dell'amore di Dio, per escluderne la tremenda realtà del peccato. La contemplazione di quel corpo martoriato aiuta l'uomo contemporaneo a liberarsi dalla superficialità e dall'egoismo con cui molto spesso tratta dell'amore e del peccato. Facendo eco alla Parola di Dio ed a secoli di consapevolezza cristiana, la Sindone sussurra: credi nell'amore di Dio, il più grande tesoro donato all'umanità, e fuggi il peccato, la più grande disgrazia della storia.
La Sindone è anche immagine di impotenza: impotenza della morte, in cui si rivela la conseguenza estrema del mistero dell'incarnazione. Il telo sindonico ci spinge a misurarci con l'aspetto più conturbante del mistero dell'incarnazione, che è anche quello in cui si mostra con quanta verità Dio si sia fatto veramente uomo, assumendo la nostra condizione in tutto, fuorchè nel peccato. Ognuno è scosso dal pensiero che nemmeno il Figlio di Dio abbia resistito alla forza della morte, ma tutti ci commuoviamo al pensiero che egli ha talmente partecipato alla nostra condizione umana da volersi sottoporreall'impotenza totaltdel momento in cui la vita si spegne. E' l'esperienza del Sabato Santo, passaggio importante del cammino di Gesù verso la Gloria, da cui si sprigiona un raggio di luce che investe il dolore e la morte di ogni uomo.
La fede, ricordandoci la vittoria di Cristo, ci comunica che il sepolcro non è il traguardo ultimo dell'esistenza. Dio ci chiama alla risurrezione ed alla vita immortale.

Giovanni Paolo II, Torino, 24 maggio 1998

giovedì 4 febbraio 2010

Le canonizzazioni di Giovanni Paolo II


Il pontificato di Giovanni Paolo II si è caratterizzato anche per il gran numero, un vero record, di canonizzazioni. Esse contano 1312 Beati e 473 Santi. Ciò diventa significativo se si bada al fatto che dal 1588, quando fu costituito il dicastero vaticano per i santi, i predecessori di Wojtyla avevano proclamato in tutto 1310 beati e 300 santi.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il pensiero teologico di Giovanni Paolo II nelle sue 14 encicliche


La lettera apostolica che il Papa indirizza ai fedeli e ai vescovi di tutto il mondo su argomenti riguardanti la dottrina cattolica o situazioni religiose, politiche e sociali si chiama enciclica e viene chiamata con le prime due o tre parole del testo.
Papa Wojtyla ne scrisse 14:

Redemptor Hominis (4 marzo 1979)
Il Papa affronta il tema della centralità di Cristo, partendo dal necessario compito della Chiesa di applicare interamente quanto stabilito dal concilio Vaticano II, in vista del terzo millennio.

Dives In Misericordia (30 novembre 1980)
Il compito della Chiesa è "attuare la misericordia". Il Papa condanna il consumismo e indica la necessità di aiutare i paesi sottosviluppati.

Laborem Exercens (14 settembre 1981)
Giovanni Paolo II affronta il tema del diritto al lavoro, considerandolo un fondamentale diritto umano criticando sia il marxismo sia il capitalismo.

Slavorum Apostoli (2 giugno 1985)
Papa Wojtyla ricostruisce la storia dell'opera evangelizzatrice condotta pacificamente nella nazioni slave dai santi Cirillo e Metodio, due fratelli di Salonicco. Una strada che anche la Chiesa moderna di Wojtyla ha portato avanti.

Dominum Et Vivificantem (18 maggio 1986)
Spiccatamente di argomento teologico, è dedicata allo Spirito Santo, considerato il realizzatore della continuità della fede, come dal dogma promulgato dai concili di Nicea e Costantinopoli.

Redemptoris Mater (25 marzo 1987)
E' uno studio della Madre di Cristo.
Il Papa che ne ha sempre avuto un particolare culto, qui ricorda la sua centralità di "mediatrice divina" tra Dio e l'uomo.

Sollicitudo Rei Socialis (30 dicembre 1987)
Giovanni Paolo II, seguendo le indicazioni del vangelo, sottolinea il dovere della Chiesa di intervenire con sollecitudine nelle questioni sociali per ottenere uno sviluppo autentico della persona. Il Papa si sofferma sui divari tra i vari Paesi del mondo e sul crescente predominio dell'avere sull'essere.

Redemptoris Missio (7 dicembre 1990)
L'enciclica ribadisce la necessità dell'attività missionaria in tutto il mondo, senza limitarsi ai popoli non cristiani perchè la fede in Cristo è una "proposta alla libertà dell'uomo".

Centesimus Annus (1° maggio 1991)
Scritta dopo il crollo del comunismo, esamina gli errori di quella ideologia. L'economia, dice il Papa, deve essere sempre al servizio dell'uomo e non viceversa.

Veritatis Splendor (6 agosto 1993)
Rivolta ai vescovi, è un richiamo severo della centralità della Chiesa romana contro la "Teologia della liberazione" che ha alimentato dubbi e obiezioni.

Evangelium Vitae (25 marzo 1995)
Appello all'umanità perchè venga rispettata la vita umana. E' la condanna senza mezzi termini nei confronti di omicidi, genocidio, aborto, eutanasia, suicidio e anche contro le varie forme di manipolazione genetica.

Ut Unum Sint (25 maggio 1995)Giovanni Paolo II richiama all'unità dei cristiani superando i pregiudizi reciproci. La preghiera deve tornare a essere un momento centrale per tutti i fedeli.

Fides Et Ratio (14 settembre 1998)
Secondo Papa Wojtyla l'uomo ha bisogno sia della fede che della ragione senza più motivo di contrasto.

Ecclesia De Eucharistia (17 aprile 2003)
Dedicata all' Eucaristia come edificatrice della chiesa, è stata scritta a distanza di cinque anni dalla precedente. La Vergine Maria viene definita "donna eucaristica".


mercoledì 27 gennaio 2010

In ricordo della Shoah


Fra tutte le misure antiumane, ve ne è una che resta per sempre una vergogna per l'umanità: la barbarie pianificata che si è accanita contro il popolo ebraico. Oggetto della "soluzione finale" pensata de un'ideologia aberrante, gli ebrei sono stati sottomessi a privazioni e brutalità a malapena descrivibili. Perseguitati inizialmente mediante misure vessatorie o discrinìminatorie, essi, poi, finiropno a milioni nei campi di sterminio.

Gli ebrei in Polonia, più di altri, hanno vissuto quel calvario: le immagini dell'assedio del ghetto di Varsavia, come le notizie apprese sui campi di concentramento di Auschwitz, di Majdanek o di Treblinka superano quanto si può umanamente concepire. Va pure ricordato che questa follia omicida si è abbattuta su molti altri gruppi, che avevano il torto di essere "differenti" o ribelli alla tirannia dell'occupante.

In occasione di questo doloroso ann9iversario, faccioappello ancora una volta a tutti gli uomini, invitandoli a superare i pregiudizi ed a combattere tutte le forme di razzismo, accettando di riconoscere in ogni persona umana la dignità fondamentale e il bene che vi dimorano, a prendere sempre più coscienza di appartenere ad un'unica famiglia umana voluta e riunita da Dio. Desidero qui ridire con forza che l'ostilità o l'odioverso l'ebraismo sono in completa contraddizione con la visione cristiana della dignità dell'uomo.
Giovanni Paolo II